L’intreccio è interessante, in molti passaggi
avvincente, e presenta un protagonista, originale mix di Bond, Marlowe e
Indiana Jones, sempre in fuga, impegnato in avventure di diverso spessore, che
lo portano a inoltrarsi tanto nel mondo della celluloide che in quello molto
più colto dell’arte.
La parte del romanzo più riflessiva e saggistica, relativa alla realtà, risulta
molto più coinvolgente anche se il ritmo è inevitabilmente più lento. Gli infiniti riferimenti e richiami
alla letteratura di genere (noir e poliziesco, ma non soltanto), al cinema e
soprattutto all’arte, alla cultura e alla poesia romantica, così come le
analisi religiose, politiche, filosofiche e tutto il mondo che sottende al
romanzo, il privato del protagonista, la musica, parte fondamentale e vitale
del racconto, sono terreno particolarmente adatto a un lettore colto e
coinvolto, interessato e consapevole,attento ai continui spunti di riflessione
offerti tanto dalla storia in sé che dall’uso di un registro narrativo mai
banale. Una volta entrati nell’atmosfera del romanzo diventa difficile smettere
di leggere.
Margherita
Montipò (docente di letteratura italiana )
Dick, Orwell, Huxley sono tutti presenti in questo
godibilissimo romanzo. I richiami ai classici del romanzo distopico di
fantascienza sono continui, specialmente nella prima parte della storia: nei
"megastati" alla 1984 ci si trova immersi in atmosfere da
pecore elettriche finche' il soma non ci trascina nel Mondo Nuovo
e poi di nuovo al cospetto del Grande Fratello con la neo-lingua.
Marcello Ventilati (fantasy writer)
Ho letto molto volentieri il suo romanzo di fantascienza, "Dark City". Lei è il nuovo Aldous Huxley. In particolare mi è piaciuto il capitolo 37 in cui si descrive la società materialistica e consumistica di Euroamerica. Attendo con impazienza un altro suo libro.
I'm in the thick of it, and I like it. I want to read on even if the learned language makes it hard for a foreign reader. I'm waiting for the English version...
(…) The plot
is interesting, gripping in many passages, and it has a protagonist, a mix of
Bond, Marlowe and Indiana Jones, who is always on the run, engaged in
adventures of different prominence that takes him both into the world of cinema
and into the much more cultured world of Art. The more reflexive and essayistic
parts of the novel, which refers to today’s reality, are more involving, even
if the rhythm is inevitably slower. The endless references and links to noir,
hard-boiled and other literary genres, to films and, above all, to Art, culture
and romantic poetry, are fertile ground for a cultured and involved reader,
interested and conscious, who pays attention to the continuous reflective cues
offered both by the story itself and by the use of a never banal narrative
register. The same reader will appreciate the religious, political,
philosophical analyses and all the world that is behind the novel, like the
private life of the protagonist, like
music, which is a fundamental vital part of the narrative. Once the
reader enters the atmosphere of the novel to stop reading becomes difficult(…)
Queste citazioni sono addirittura forse troppo frequenti
nella prima parte, che sembra un vero e proprio collage di classici benche'
riadattato in maniera ottimale al nostro presente. Chiaramente un lettore meno
avvezzo al genere non avvertirà questo "eccesso", quindi si puo' dire
che questo difetto sia puramente soggettivo e di conseguenza di scarso peso.
Comica la "globalizzazione all'emiliana",
incarnata da Mustafa ma soprattutto da Biccio, che nonostante il futuro
ultraglobalizzato non riescono a sbarazzarsi della provincialita' contadina di
queste terre, incapaci di adattarsi completamente ai tempi che avanzano, in
quel ripetersi della storia proprio dei nostri nonni alle prese col digitale
terrestre e una neo-lingua italiana gia' contaminata da decine di termini
anglofoni.
Avvincente la storia, classica la conclusione (non si puo'
sconfiggere il sistema globalizzato dove in realta' sono tutti d'accordo, o
almeno non nell'immediato), ma come affermato alla presentazione ai Giardini
Ducali non e' il finale ad essere importante, ma il viaggio che porta Dick alla
scoperta di questo mondo nuovo e del suo sottomondo. Dark City mantiene
esattamente la struttura dei classici del genere, dove la storia non e' altro
che un coinvolgente pretesto per mostrare uno spaccato della societa' che
potrebbe essere in un futuro non poi cosi' lontano. E che, essendo purtroppo
l'uomo sempre lo stesso, non e' mai troppo diversa da un romanzo all'altro,
anche a quasi un secolo di distanza.
Ho letto molto volentieri il suo romanzo di fantascienza, "Dark City". Lei è il nuovo Aldous Huxley. In particolare mi è piaciuto il capitolo 37 in cui si descrive la società materialistica e consumistica di Euroamerica. Attendo con impazienza un altro suo libro.
Alessia Pinelli
da www.ciao.it
Jacqueline Callagher ( teacher of English)
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